Ohh! E’ una figata di quando in quando ricevere ancora materiale demo che suona come un demo e non un oggetto in cui l’attenzione per i suoni e produzione supera quella messa nel songwriting*. Perchè diciamocelo, ormai si son dimenticati tutti che un demo dovrebbe servire a far conoscere il gruppo alle etichette per arrivare poi in seguito ad un prodotto professionale, e che in un demo l’unica cosa che conta è capire come sono strutturati i pezzi e se c’è del talento sotto. Che poi spesso l’opacità del suono diventa fattore integrante del sound “marcio” di un certo tipo di Death Metal, e che diversi demo sono persino meglio delle registrazioni successive, è solo incidentale. In ogni caso gruppi come questi si trovano perfettamente nel loro elemento con suoni amatoriali e indistinti e non vedo come un suono da Morrisound potrebbe migliorare l’effetto finale di questi pezzi.
In tema di figate, sono anche piacevolmente sorpreso dal ritorno di Eyes of the Dead, etichetta tricolore** che da qualche anno aveva interrotto la produzione di deliziosi marciumi. Questo split contiene due registrazioni del 2009 e del 2012 di un gruppo Americano e un altro combo*** Colombian-Trevigiano, il che ci porta ad una considerazione: anni diversi, generi diversi, nazionalità diverse, esattamente il filo conduttore quale cazzo è? Il marciume appunto!
Ed è all’insegna del marciume che si apre il “lato” Cannibal Rites, registrato abbastanza di merda con suono tipo walkman in sala prove. Il gruppo suona un discreto Death/Grind che pare provenire da qualche parte nei primi anni ’90, con qualche sbavatura a livello di composizione e un’identità forse non particolarmente definità. La voce è putrida, i riff ossessivi e in genere i pezzi tengono abbastanza bene ma sti Cannibal Rites danno certamente il loro meglio nei passaggi più lenti e distorti, con gorgheggi stile gruppi Finno-scandinavi ispirati dai Carcass dei tempi d’oro. In queste tracce c’è un po’ di tutto in piccole dosi – Grave, Massacre, Xysma, Bolt Thrower, qualcosina dei primi Autopsy anche se il collante non è incredibilmente solido. Quel che mi piace di più di questi pezzi è che suonano onesti, senza eccessive leccate di culo a qualche scena particolare.
C’è da dire che dopo aver sentito i Cannibal Rites, i suoni di questi pezzi sembrano quelli dei Meshuggah, eh eh. Comunque ‘sti Restos Humanos hanno un’anima decisamente più grind-crust alla Napalm Death del secondo periodo o chessò, Excruciating Terror, con tanto di blast-beat, ritmiche sostenute e riff monocorda, anche se nel complesso non li considererei un gruppo strettamente grindcore (come neppure i ND del secondo periodo per inciso). Ricollegandoci al discorso iniziale questi sono pezzi che forse godrebbero di una ri-registrazione ben fatta con suoni decisamente più cupi e saturi. Non sono un grande fan del cantato stile “cane di grossa taglia” tipo ENT ma se c’è uno stile in cui tutto sommato ci sta a pennello è proprio questo. A conclusione devo sottolineare che è interessante vedere questo genere musicale accostato a testi su corpi decomposti e tematiche gore anzichè le solite cagate sociali alla Agathocles che comunque non legge nessuno.
Il packaging è onesto e senza particolari pretese, un pieghevole in bustina di plastica portacd con tanto di illustrazione di copertina in stile Tales from the Crypt. C’è anche una versione speciale limitatissima ma per i dettagli vi rimando alla pagina dell’etichetta.
Endline: supportate Eyes of the Dead che spacca.
Voto complessivo: 7
Etichetta: Eyes of the Dead
- *oddio, ho scritto “songwriting”, sto cominciando a scrivere come le riviste patinate di merda
- **ahahah ci siete cascati ancora eh?
- *** Ahahahahah
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